Il gomito è una delle articolazioni più complesse da riabilitare in fisioterapia perché ha una biomeccanica molto complessa. Infatti sebbene sia considerata un’unica articolazione è importante precisare che il suo movimento è dato da tre articolazioni funzionali, date dall’interazione di tre diversi reperi ossei, e questo avrai modo di vederlo meglio nel capitolo relativo all’anatomia.
Lo scopo di questo articolo è quello di presentarti le condizioni dolorose più comuni questa articolazione e di darti qualche consiglio utile nel caso in cui soffrissi di dolore al gomito.
Cenni di anatomia del gomito
Lo diciamo spesso nel nostro Centro di Fisioterapia a Roma Balduina: per poter capire a fondo le patologie, è necessario fare un breve richiamo all’anatomia.
Come sai, questa è un’articolazione dell’arto superiore che collega il braccio all’avambraccio. È infatti costituita da tre elementi ossei, uno appartenente all’omero (osso del braccio) gli altri due che riguardano le ossa dell’avambraccio (radio e ulna). Nello specifico sono:
L’estremità distale dell’omero, cioè l’estremità inferiore dell’omero. Ai lati di questa estremità ci sono due prominenze ossee: l’epicondilo e l’epitroclea. Se posizioni il braccio lungo il corpo con il palmo della mano rivolto in avanti, puoi vedere che l’area dell’epicondilo è la prominenza esterna del gomito mentre l’area dell’epitroclea riguarda la prominenza del gomito più vicina alla cassa toracica.
L’estremità del radio più vicina al gomito: è caratterizzata da un profilo circolare e piatto.
Estremità prossimale dell’ulna: che ha un margine osseo detto olecrano, a cui corrisponde una cavità, che tecnicamente è chiamata “incisura trocleare dell’ulna”.
Questi tre margini articolari sono in comunicazione tra loro mediante tre articolazioni funzionali:
Omero – radiale;
Omero – ulnare;
Radio – ulnare prossimale.
I muscoli del gomito
I muscoli epicondiloidei, sono ben noti poiché sono i muscoli responsabili dell’epicondilite.
Questi muscoli sono chiamati così per la loro provenienza anatomica. Infatti originano dall’epicondilo, prominenza ossea dell’omero da cui si inseriscono sull’avambraccio, sul polso e sulla mano.
I muscoli epicondiloidei sono i seguenti:
estensore radiale breve del carpo;
muscolo estensore radiale lungo del carpo;
estensore delle dita;
supinatore;
estensore del mignolo.
Con la loro contrazione questi muscoli permettono l’estensione del polso, delle dita e la deviazione radiale. Questo significa che mettendo il palmo della mano poggiata su un tavolo, grazie ai muscoli epicondiloidei riusciamo:
– a sollevare le dita senza staccare la base del palmo;
– a deviare la mano verso il lato del pollice.
Considera che è anche grazie ai muscoli epicondiloidei se riusciamo a tenere in mano un microfono o una racchetta, e se possiamo effettuare movimenti di torsione con l’avambraccio: come aprire la porta di casa o utilizzare il cacciavite per avvitare un mobile. Sono questi muscoli che consentono di estendere le dita per aprire la mano.
Dei muscoli epicondiloidei elencati in precedenza, nel caso di epicondilite, quello più soggetto a infiammazione è il tendine del muscolo estensore radiale lungo del carpo.
I muscoli epitrocleari
Come per i muscoli epicondiloidei, anche questi sono chiamati così per la loro provenienza anatomica poiché originano dall’epitroclea, una prominenza ossea dell’omero da cui si inseriscono sull’avambraccio, sul polso e sulla mano. Si tratta di un gruppo di 5 muscoli:
– pronatore rotondo;
– flessore superficiale delle dita;
– flessore radiale del carpo;
– flessore ulnare del carpo;
– palmare lungo;
che con la loro contrazione permettono la flessione del polso, delle dita e la deviazione ulnare. Tutto ciò vuol dire che mettendo il palmo della mano poggiata su un tavolo con il palmo rivoto verso l’alto, grazie ai muscoli epitrocleari riusciamo:
– a sollevare le dita senza staccare la base del dorso della mano;
– a deviare la mano verso il lato del mignolo.
I muscoli epitrocleari con la loro azione contribuiscono ad afferrare gli oggetti con la mano, come una mazza da golf, e ad effettuare movimenti di torsione con l’avambraccio: come aprire lo sportello della tua automobile o utilizzare il cacciavite per montare un mobile.
Sono questi muscoli che consentono di flettere le dita per mettere la mano a pugno.
Dei muscoli epitrocleari elencati in precedenza, nel caso di epitrocleite, uno dei tendini maggiormente colpiti dall’infiammazione è il flessore radiale lungo del carpo.
I muscoli flessori sono dati dal muscolo bicipite brachiale e brachiale.
I muscoli estensori sono rappresentati dai tre capi del muscolo tricipite
Dolore al gomito: le condizioni più frequenti
Le condizioni dolorose più frequenti sono di origine:
Infiammatoria: come nel caso dell’epicondilite e dell’epitrocleite
Traumatica: come una contusione, una lussazione o una frattura
L’epitrocleite è un’infiammazione dei tendini dei muscoli epitrocleari, che dalla loro inserzione (l’epitroclea dell’omero) si dirigono verso polso e mano. Se vuoi avere maggiori informazioni leggi il nostro articolo su questa patologia 😉
L’epicondilite è un’infiammazione dei tendini dei muscoli epicondiloidei, che dalla loro inserzione (l’epicondilo dell’omero) si dirigono verso polso e mano. Se vuoi approfondire l’argomento leggi il nostro articolo sull’epicondilite 😉
Dolore al gomito: Fratture
La sintomatologia comune delle fratture è data dalle seguenti caratteristiche:
Gonfiore locale
Dolore acuto sia alla palpazione che ad ogni tentativo di movimento passivo o attivo
Ecchimosi (versamento di sangue) nella zona anteriore dell’articolazione
Difficoltà / impossibilità al movimento
Le fratture più comuni del gomito riguardano le tre ossa che costituiscono questa articolazione: omero, ulna e radio.
Iniziamo dalle fratture sovracondiloidee dell’omero.
Sono fratture tipiche dell’età giovanile, avvengono principalmente tra i 5 e i 10 anni, e in base alla posizione in cui il gomito subisce il trauma sono chiamate “fratture per estensione” e “fratture per flessione”.
Le fratture del capitello radiale
Queste lesioni ossee sono prodotte da una brusca caduta a terra diretta sul palmo della mano con il gomito esteso.
Le fratture dell’olecrano
Sono delle fratture caratteristiche dell’età adulta, che avvengono per traumi diretti o indiretti. I traumi diretti avvengono il più delle volte se si dovesse cadere a terra con il gomito piegato, mentre i traumi indiretti sono causati ad esempio da un’eventuale caduta a terra sul palmo con il gomito esteso.
Le contusioni che causano dolore al gomito
Le contusioni sono condizioni generate da un trauma che non produce alcuna lesione, altrimenti si chiamerebbe ferita. È il caso di quando cadiamo accidentalmente o sbattiamo contro un oggetto. In questi casi cosa avviene?
Si ha un leggero gonfiore, talvolta la pelle assume una colorazione livida. La zona colpita è dolente per alcuni giorni, e la sintomatologia tende a scomparire entro una settimana. La parte del gomito più soggetta a subire contusione è quella corrispondente al margine osseo dell’olecrano dell’ulna, poiché è quella più ”sporgente”.
Cosa fare se subisci un trauma che causa dolore al gomito?
Prima cosa da fare: tieni ferma l’articolazione con una fascia o con un tutore se ne sei provvisto. Applica del ghiaccio nella zona interessata così da ridurre la sintomatologia, e recati prima possibile dal tuo medico di base, oppure se ritieni che le condizioni siano gravi corri al pronto soccorso senza perdere altro tempo.
Se riconosci la sensazione che avverti, ed è già stata trattata con successo dal tuo fisioterapista puoi anche recarti direttamente da lui, se si trattasse di un problema che non è di sua competenza saprà indicarti lo specialista migliore per il tuo caso.
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