“Dopo aver partorito mi è stata riscontrata la diastasi addominale, in cosa consiste l’intervento chirurgico?” Questa è una delle domande che i pazienti del nostro Centro di Fisioterapia a Balduina ci pongono più spesso. In questo articolo ti daremo tutte le risposte di cui hai bisogno, e per qualsiasi cosa, contattaci subito 🙂
Introduzione: Diastasi Addominale
L’importanza della Fisioterapia
L’ intervento chirurgico per diastasi addominale: quando?
Quali sono i chirurghi a cui si può fare riferimento?
Interveto chirurgico e diastasi addominale: Addominoplastica
E’ possibile avere recidive dopo questa operazione?
Introduzione; Diastasi Addominale
Circa i 2/3 delle donne, dopo la gravidanza, presenta diastasi addominale.
Come spiegato negli articoli precedenti, per diastasi addominale si intende una condizione fisio/patologica caratterizzata dall’ allontanamento tra loro dei retti addominali.
È un condizione tipica della donna, ma che possiamo riscontrare anche nell’ uomo soprattutto con storia bariatrica o con un passato sportivo molto intenso ( sollevamento pesi, bodybuilding…)
Un iniziale diastasi dopo il parto è fisiologica
Nelle donne, la diastasi addominale, è fisiologica durante la gestazione e dopo il parto. Durante la gravidanza, la presenza di ormoni quali la relaxina, che rendono più elastici i muscoli, comporta un distanziamento fisiologico dei retti addominali, i quali subiscono uno stiramento dalla forza esercitata dall’ utero in accrescimento.
Dopo il parto, in genere, la condizione si risolve entro le 8-12 settimane.
Quante donne hanno diastasi dopo un anno dalla gravidanza?
In circa il 30% delle donne però, la diastasi addominale persiste dopo 12 mesi dal parto, e viene considerata patologica se supera i 2,5 cm.
Come ci si accorge della disastasi?
La donna, nella maggior parte dei casi, nota la presenza della diastasi guardando la sua pancia, che cambia soprattutto dal punto di vista estetico: la pancia infatti si presenta con tessuti più rilassati, a volte con pelle in eccesso, gonfia con la tipica forma a “ palloncino”.
Qual’è il segno caratteristico di questa condizione?
Il segno inconfondibile è la presenza di una “ cresta” o “ pinna” che va dal processo xifoideo all’ ombelico, più evidente con la tensione della fascia addominale.
In quali condizioni questo fenomeno assume un’entità patologica importante?
Parliamo di diastasi patologiche importanti quando a questo quadro clinico estetico, si associano sintomi come:
– Incontinenza urinaria o fecale
– Mal di schiena
– Dolore alle anche e alle gambe
– Reflusso gastroesofageo, fastidio alla digestione.
L’importanza della Fisioterapia
In genere, il trattamento conservativo fisioterapico è indicato sempre: sia nel caso di diastasi lievi ( <2,5 cm) , dove un programma riabilitativo di esercizi mirati alla tonificazione corretta dell’ addome ( vedi ginnastica hipopressiva) può aiutare a ridurre il gap tra i due retti. Una fascia addominale tonica, migliora la qualità posturale andando a riproporre l’ armonia giusta tra fascia muscolare addominale, fascia muscolare lombare e muscolatura pelvica.
La fisioterapia diventa importante anche nel caso in cui la donna è candidata all’ intervento chirurgico:
un corretto allenamento muscolare pre- operatorio, prepara l’ addome a subire al meglio l’operazione, facilitando così il post-operatorio.
Ed è qui, durante la fase post operatoria, in genere dopo 3 mesi dall’ intervento , che assume importanza la riabilitazione mirata della fascia addominale: esercizi graduali passivi e attivi che preservano l’ addome. Per avere informazioni più dettagliate del percorso terapeutico fisioterapico clicca qui.
Intervento chirurgico per diastasi addominale: quando?
In genere le donne con diastasi addominale, ricorrono all’ intervento chirurgico quando lo spazio tra i due retti addominali è > 3-4 cm e persiste una sintomatologia importante come mal di schiena, prolassi o incontinenza.
Quali esami occorre portare alla prima visita?
In prima visita è bene avere con se un’ ecografia o RNM della fascia addominale in modo tale che il chirurgo abbia una visione dettagliata della condizione.
Quali sono i chirurghi a cui si può fare riferimento?
I chirurghi a cui potete rivolgervi sono :
– chirurgo generale, che può intervenire anche con tecniche poco invasive come laparoscopia ed endoscopia soprattutto in casi di diastasi piccole dove non c’è bisogno della scollamento della cute.
– chirurgo plastico che si occupa di addominoplastica completa o mini.
Perché chirurgo plastico?
In genere, nella maggior parte dei casi, dopo la chiusura dei retti viene associato ( qualora fosse necessario)il lifting del mantello cutaneo con riposizionamento dell’ ombelico.
Addominoplastica
La tecnica chirurgica per diastasi addominale tradizionale di addominoplastica prevede un’ incisione chirurgica ( qualora ci fosse, viene ripreso il taglio cesareo) che va dalle due spine iliache anterosuperiori scendendo in basso fino alla piega addominale inferiore.
Dopo di che viene sollevato il manto cutaneo fino ad arrivare al processo xifoideo.
Da qui i muscoli retti vengono riavvicinati e saturati. Si riporta giù il manto cutaneo che viene liftato con eliminazione della pelle in eccesso e riposizionamento dell’ ombelico.
Quando viene utilizzata la rete?
La rete viene usata in rari casi dove, insieme alla diastasi addominale, si ha la presenza di ernie, laparocele o diastasi molto grandi che presentano una muscolatura molto sottile che potrebbe lacerarsi.
Quanto dura l’operazione?
La durata dell’ intervento è di circa 1 ora e mezza 2.
Nell’intervento chirurgico per la diastasi addominale, viene generalmente utilizzata la tecnica del “ tension free” : una sutura priva di tensione permette ai muscoli di guarire senza dilatarsi, evitando cosi le recidive.
Generalmente il giorno dopo l’ intervento chirurgico , che viene eseguito in anestesia totale, la donna può rimettersi in piedi gradualmente. La degenza in ospedale è di circa 4 giorni.
È possibile avere recidive dopo questa operazione?
Nella maggior parte dei casi non avviene.
Ma ad esempio se prima dell’ intervento la donna soffrisse di meteorismo, è consigliabile risolvere questa condizione patologica prima di ricorrere all’ operazione. In questo modo, in assenza di meteorismo e quindi di continue tensioni che spingono a livello dell’ addome, si possono evitare brutte sorprese.
È bene inoltre che la donna , dopo l’ intervento chirurgico, rimanga a riposo per alcune settimane senza fare sforzi indossando la panciera che è obbligatoria per i primi 3 mesi.
Intervento chirurgico e diastasi addominale: è possibile usufruire del Sistema Sanitario Nazionale?
Ad oggi, generalmente, le donne con diastasi oltre 3,5 cm -4 cm possono essere messe in lista operatoria con Sistema Sanitario Nazionale. La lista d’ attesa è di circa 8- 12 mesi.
Per qualsiasi Info in merito, contattami 🙂
Dottoressa Paola Russo, Fisioterapista
Alcune delle fonti bibliografiche
Diastasis recti abdominis – a review of treatment methods.
Evidence-Based Medicine: Abdominoplasty.
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