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Al giorno d’ oggi poche sono le donne che si prendono cura o meglio ancora, conoscono il proprio Pavimento Pelvico. Finora questa parte del nostro corpo viene identificata come un tabù, qualcosa di cui si teme parlare per le sue caratteristiche intime e delicate. Questa è anche la ragione per cui molte donne non hanno idea dell’importanza che ha pensare al proprio pavimento pelvico. Secondo quanto dice Navot, “le donne non sono consapevoli della zona nascosta dentro il loro corpo. Le funzioni quotidiane, il mantenimento della postura giusta, di una schiena sana e senza dolori, tutto ciò è condizionato da un pavimento pelvico sano”.
Oltre a essere poco considerata e percepita, la pelvi è appesantita da molti pregiudizi per le sue funzioni più importanti, ossia la funzione:

  •  sessuale
  •  riproduttiva
  •  escretoria, sia anale che urinaria.

La muscolatura pelvica si trova dunque in una parte del corpo sottoposta a profondi stress emotivi: gli organi sessuali possono essere percepiti con senso di inibizione; gli organi con funzione escretiva possono invece venir considerati “sporchi”. Il bacino è quindi soggetto, più di altre parti del corpo, a influenze psicosomatiche: tutte le emozioni connesse a ciò che è in rapporto con l’area pelvica, per esempio la sessualità, provocano una diminuzione o un aumento della tensione in questa parte del corpo provocandone un blocco o un’ alterazione posturale.

I muscoli interessati in queste donne, sono continuamente sotto stress (psico/fisico), anche a riposo. Ciò causa la contrazione involontaria e persistente di un muscolo o di un gruppo di muscoli che dà vita a ipertono e contrattura provocando dolore.

Il metabolismo muscolare si abbassa per la compressione dei vasi sanguini, il muscolo subisce una diminuzione di apporto di ossigeno, diventa edematoso e sede di accumulo di scorie.  In queste condizioni il muscolo quindi si presenta affaticato e dolente perché le scorie attivano i nocicettori e si avverte il dolore. 

Tutte le donne che presentano un bacino bloccato e muscoli pelvici ipertonici, hanno a livello dell’ utero un flusso sanguigno e linfatico con presenza di tossine. Per sbloccare questa parte è importante la mobilizzazione del bacino e gli esercizi perineali. Quando si contrae e decontrae la muscolatura si riossigena tutta la pelvi, si crea il cosiddetto effetto a pompa: arriva sangue ricco di ossigeno e si elimina il sangue carico di scorie.

Gli esercizi infatti, migliorano il flusso circolatorio a livello pelvico e decongestionano la zona. Diminuendo la congestione diminuisce anche il senso di pressione e pesantezza sull’utero e diminuisce soprattutto il dolore.

Dunque diventa semplice capire quanto sia importante per le donne conoscere al meglio questa zona intima del loro corpo soprattutto per diminuire molti disturbi ginecologici dati da problemi emotivi. Il pavimento pelvico infatti, racchiude ogni sensazione: si chiude in se stesso se si ha paura e vergogna, si rilascia se la donna comincia ad acquisire fiducia in sé. Quando la motivazione di sentirsi meglio spinge a voler qualcosa in più, allora si è sulla strada giusta: ogni donna  ha il diritto di sentirsi libera e padrona del proprio corpo.

L’obiettivo della riabilitazione perineale è mirato a mantenere una giusta ed attiva funzione muscolare dei muscoli del pavimento pelvico al fine di preservare la continenza urinaria, aiutare le strutture legamentose nel supportare i visceri pelvici, permettere una buona attività sessuale e prevenire od attenuare il dolore pelvico cronico.

Come diciamo sempre ai pazienti del nostro studio di fisioterapia a balduina a riabilitazione del pavimento pelvico è consigliabile in tutte le donne, ma è obbligatoria in donne con incontinenza urinaria o uro-fecale, dolore perineale, disfunzioni sessuali, pre e post partum.

È importante per salvaguardare la funzione muscolare perineale, soprattutto nei periodi più delicati di una donna ( gravidanza, parto, menopausa, invecchiamento), in caso di attività fisica pesante (lavori manuali, sport agonistico) o in seguito ad interventi chirurgici pelvi-perineali.

La riabilitazione pelvica tratta quindi:

  • Disfunzioni uro-genitali:

incontinenza e ritenzione urinaria, prolasso, ecc. 

  • Disfunzioni ano-rettali:

incontinenza fecale, stipsi

  • Dolore pelvi-viscerale, muscolo-scheletrico
  • Coccigodinia
  • Dolore vulvare
  • Dispareunia e altre disfunzioni sessuali.

Il primo approccio in genere è di tipo riabilitativo, perché si è sempre più indirizzati a migliorare la qualità di vita della persona, riducendo al minimo gli interventi chirurgici invasivi.
Nei casi in cui sia previsto un approccio chirurgico il trattamento riabilitativo è comunque un ottimo supporto. Questo perché perché educa le pazienti rendendole consapevoli dei corretti movimenti aiutando a prevenire una ricaduta (educazione perineale).

Il trattamento riabilitativo prevede una prima visita di valutazione con il fisioterapista, il quale deve innanzitutto informare la paziente circa l’area da trattare e le varie possibilità di approccio terapeutico. Dopo la prima fase informativa, si compila una scheda-paziente dove vengono raccolti tutti i dati che sono di aiuto al terapista per impostare il programma riabilitativo. Un buon terapista è in grado di ascoltare il paziente, perché sa che l’ascolto

a comprendere meglio la persona che si ha di fronte, migliorando così il successo della terapia. 

La riabilitazione del pavimento pelvico in genere prevede da 10 a 15 sedute di trattamento in base a diversi aspetti come:

  • tipo di problema da trattare
  • risposta della paziente, soprattutto nella prima fase di presa di coscienza dell’area perineale
  • cadenza delle sedute è bisettimanale con durata di un’ora.

Il successo della terapia è legato innanzi tutto alla compliance che si crea tra terapista e paziente basato su collaborazione e rispetto reciproci. Una paziente che si fida e affida al proprio fisioterapista è di fondamentale importanza nel mantenere il risultato ottenuto al termine del ciclo di riabilitazione.

Prendersi cura, conoscere il proprio corpo senza vergogna è il primo passo verso una migliore consapevolezza di se stessi.

Dottoressa Paola Russo

 

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